Sono passati ben sei anni e tre giorni dal quel maledetto 4 ottobre 2010. Cosa accadde lo sappiamo tutti: ci riferiamo all’alluvione lampo che si scatenò su Varazze un lunedì mattina intorno alle 7.00 senza che nessuno avessse in qualche modo preavvertito. Arpal che rientrava dal fine setitmana con un modestissimo avviso per temporali isolati. Tutto dunque avvenne nell’impreprazione e nella sorpresa. I danni furono notevoli e colpirono una zona circoscritta in località Casanova. Non vi furono vittime e credo che S.Caterina una buona parola ce l’abbia davvero messa…
Ieri mi sono fermato i 5 minuti interi al semaforo lungo la statale. I lavori procedono in qualche modo. Sono lavori di competenza provinciale (essendo la strada che conduce a Casanova provinciale). Ci si abitua a tutto e oramai siamo abituati a lavori infiniti e nenache ci facciamo più caso. Però poi, in quei 5 minuti uno ci pensa bene…E’ mai possibile che ci vogliano 6 anni (+ quanti ancora 1, 2?) per tombinare 300 metri di torrente e sostituire un ponte che costruirono nel 1916 i prigionieri di guerra austriaci? E’ una cosa “nornale”?
Più ci penso in maniera distaccata, facendo finta di non essere nel Paese dell’assurdo, è più sembra incredibile. Si perchè l’abitudine non ti fap iù vedere le cose, tutto diventa “normale” e in questo modo si perde di vista il buonsenso.
In sei anni si costruiscono, città, quartieri, ponti lunghi decine di chilometri (Danimarca-Svezia), non qualche centinaio di metri di sistemazioni idrauliche. Poi immagino non ci siano colpe e tutto sia dai mputare a Sua Maesta Buricratica, per carità….
Provate a pensarci non più come una cosa “normale” con l’ottica rassegnata del “perchè le cose vanno così….” e vi fare un’altro effetto….
p.s. come ci siamo abituati al fatto che un codice bianco al Pronto soccorso abbia un tempo di attesa di 8 ore. Ma pensateci bene…non fa impressione?
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