Molti si chiederanno perchè il Sindaco di Varazze città che ospita insieme a Cairo Montenotte il più alto numero di immigrati, con una percentuale circa tre volte superiore a quanto stabilito dall’accordo valido tra Ministero degli Interni a ANCI l’associazione dei Comuni italiani non chiede l’attuazione del protocoloo SPRAR al Ministero.
Il motivo è semplice in realtà. Lo SPRAR come noto, è un sistema che trasferisce in parte, la gestione economico finanziaria degli immigrati dal sistema centralizzato al Comune e fissa un limite di immigrati che non sarà comunque superato. In poche parole, tradotto: “te li prendi in modo definitivo e noi (Governo) ti facciamo gestire la baracca e non te ne mandiamo altri”.
Allora perchè Varazze non fa lo SPRAR e si espone a nuovi arrivi non appena vi fossero altri alberghi o ex alberghi disponibili anche su iniziative di singole cooperative o gestori di immobili? Perchè evidentemente la passività che ha portato Varazze nel top ten dei Comuni ospitanti – con un aggravio stimato di circa 300.000 euro all’anno pare, per le casse comunali – ha fatto sì che non si “oserebbe” caricare ulteriormente un Comune che rispetto agli altri ha dimostrato una quiescienza quasi totale, portando la popolazione di richiedenti asilo politico (mediamente solo uno su dieci lo otterrà in quanto effettivamente rifugiato e non emigrato economico irregolare). Dunque, perchè fare uno SPRAR se già hai fatto il “pieno”, quasi tre volte tanto rispetto agli altri Comuni, superando il limite accettato a livello nazionale?
Le scelte sono scelte. Evidentemente all’Amministrazione Bozzano va bene così, anche se bisognerebbe capire meglio i motivi politici che ci hanno portato a questa situazione davvero anomala. Però almeno, lo si faccia in modo trasparente, a partire dalla condivisione degli oneri reali finanziari diretti e indiretti e dunque effettivi che Varazze con il suo bilancio sta sostenendo. Perchè purtroppo, solo una parte dei costi sarà rimborsata da Governo e UE. Già ma quanto davvero? E quando? E’ giusto avere più trasparenza perchè i soldi sono dei cittadini.
Non esistono dati della pubblica amministrazione secretati: grazie al Cielo ! Qualsivoglia consigliere comunale ha il potere di verificare qualsiasi atto e di otterne copia. Mi auguro che almeo uno fra i venti consigliere comunali legga questo blog e voglia smentire, a ragion veduta, quanto viene insinuato. Se ciò non bastasse, tutti i cittadini legittimati possono accedere agli atti della pubblica amministrazione facendone istanza (legge 241/1990). Affermare che “…si guardano bene dal farli sapere perchè in questo modo la gente capirebbe cosa sta succedendo davvero” significa solo fare del terrorismo !
Non distorca. Evidentemente per necessità di brevità non mi sono spiegato. Ovvio che non ci sono dati secretati. Ovvio che l’attribuzione delle poste di bilancio è complessa e spesso è difficile ricostruire con esattezza tutte le voci pertinenti e metterle insieme. Spesso neppure gli uffici di ragioneria ci riescono. Detto questo non insinuo nulla: dico che ad oggi i cittadini di Varazze non sanno quanto gli sta costando davvero l’emergenza “umanitaria” nonostante molti media convincano che di costi i Comuni non ne hanno. Invece ne hanno eccome e a Varazze si parla abbondantemente di cifre a 5 zeri. Proprio per questo è necessario sapere il “quantum”. Dovrebbe essere dovere dell’Amministrazione ma non lo fa. Sono d’accordo con Lei: lo farà senz’altro un consigliere comunale. Cordialmente.
Ma questo aggravio di 300 mila euro per le casse comunali a che cosa sarebbe imputabile ? Qualcuno può rispondere specificando quali sarebbero gli oneri diretti e quelli indiretti ?
I dato sono “secretati”. Nel senso che non li sa nessuno e sopratutto sono messi al’interno della voce dei Servizi alla persona. Sopratutto si guardano bene dal farli sapere perchè in questo modo la gente capirebbe cosa sta succeddendo davvero. Molti pensano che paghi tutto la Ue. Col cavolo putroppo. Ma la cifra è più che attendibile altrimenti non la scriveremmo.