Abbiamo già evidenziato il problema dello stato dei manti stradali nelle nostre vie. ANAS, nel recente passato, ha dimostrato attenzione verso l’Aurelia, effettuando interventi di asfaltatura e pulizia periodica che hanno garantito condizioni generalmente buone, almeno per il tratto di Varazze e le zone limitrofe.
Tuttavia, emerge una criticità specifica quando si tratta di interventi legati a grandi ristrutturazioni edilizie, come ad esempio quelle degli ex alberghi. Questi progetti spesso richiedono numerosi allacci e collegamenti alle reti pubbliche situate nelle strade adiacenti.
In queste circostanze, le strade vengono inevitabilmente danneggiate: si eseguono gli scavi, si realizzano i collegamenti (per telefono, luce, gas, fognature ecc.), e si ripristina la pavimentazione con una striscia d’asfalto di larghezza variabile tra i 10 cm e un metro. Questi interventi, spesso raffazzonati (o “tapulli”, come si dice in Liguria), tendono a deteriorarsi rapidamente: il manto stradale cede, creando avvallamenti o, al contrario, dossetti di pochi centimetri che diventano una vera e propria insidia per motociclisti, ciclisti e piccole auto.
Ecco il punto critico: tutto ciò è consentito. Ma il risultato è che le strade pubbliche, che dovrebbero essere patrimonio comune, ne escono spesso devastate. Un esempio lampante? Il tratto dell’Aurelia bis davanti alla stazione dei Carabinieri, dove la corsia sud è letteralmente segnata da decine di scavi e relative riparazioni superficiali. Questa situazione costringe l’ente pubblico a intervenire ben prima del previsto per riparare un evidente deterioramento macroscopico della strada.
È necessario un cambio di approccio. In presenza di lavori di ristrutturazione rilevanti, sia dal punto di vista strutturale che economico, le strade pubbliche non devono essere la vittima sacrificale. La soluzione? Introdurre una regola chiara e semplice: richiedere, attraverso una modifica al regolamento edilizio o specifiche raccomandazioni al momento del rilascio delle autorizzazioni, che venga rifatta almeno mezza corsia della strada interessata, e non solo la striscia minima.
Un piccolo intervento normativo, ma con un grande impatto sulla qualità e sulla sicurezza delle nostre strade.
Leave a Reply