UNA NUOVA REALTA’: IL TURISMO CON L’EFFETTO PING-PONG?

I Danni Perduranti procurati alla Liguria griffati Benetton

Domenica 26 maggio: una giornata perfetta dal punto di vista meteorologico, con un cielo limpido che invitava a trascorrere il tempo all’aria aperta. Molti si aspettavano una folla di visitatori a Varazze e lungo tutta la Riviera, pronti a godersi la spiaggia dopo settimane di pioggia. Tuttavia, la realtà è stata ben diversa: poche persone, pochi turisti domenicali e ancor meno proprietari di seconde case. I lidi erano quasi vuoti, con cibo e bevande preparati per una folla che non si è mai presentata.

Nemmeno gli addetti ai lavori sono riusciti a fornire spiegazioni convincenti. Si è diffusa rapidamente l’idea quasi leggenda metropolitana, che pranzi per comunioni e matrimoni avessero trattenuto molti lombardi questo weekend. Fino ad ora, la stagione primaverile del turismo è stata particolarmente deludente, eccetto per l’afflusso di visitatori durante il breve weekend pasquale, interrotto dalle piogge.

Un elemento cruciale sembra essere la drammatica condizione delle autostrade liguri, che ha un impatto significativo. La situazione scoraggia molti dal mettersi in viaggio su infrastrutture stradali preda di lavori interminabili, con una fine prevista solo tra dieci anni. Le autostrade, come la A10, la A26 e la A6, erano in condizioni pericolanti, con manutenzione ridotta al minimo per massimizzare i profitti, superando i 2 miliardi di euro all’anno da dividere tra gli azionisti, tra cui spiccava la famiglia Benetton.

Ora, con il ritorno delle autostrade in mani pubblico-private, dopo il crollo del ponte Morandi triste testimonianza della cupidigia umana, sono iniziati lavori infiniti che dureranno anni: interventi evitati per troppo tempo per garantire guadagni straordinari agli azionisti. Il risultato è evidente: i danni causati dalla gestione della famiglia Benetton e gli altri azionisti delle autostrade si protraggono e oggi colpiscono duramente il turismo ligure, disincentivando i turisti lombardi e piemontesi, ormai stanchi di affrontare autentici tour de force e lunghe code, pagando caro il diritto di essere semplicemente incolonnati per ore.

I parziali rimborsi versati dai precedenti concessionari di Atlantia sono stati in parte destinati a finanziare infrastrutture esclusivamente genovesi, come il tunnel portuale, ma non hanno apportato benefici alla Riviera. Una Riviera che, dal crollo del Ponte Morandi in poi, ha subito un calo significativo del turismo pendolare, un settore che, piaccia o meno, rappresenta un fattore economico importante.

In numerosi articoli abbiamo calcolato l’impatto economico di un semplice semaforo per lavori sull’Aurelia: in termini di ore di lavoro perse (per coloro che devono fermarsi 3-4 minuti ogni giorno), si traducono in centinaia di migliaia di euro persi. I cantieri di Punta dell’Olmo, ad esempio, hanno imposto un semaforo per circa un mese, causando code significative tra Celle e Varazze. Un danno economico non quantificato ma reale, sostenuto dalla comunità e da chi doveva spostarsi tra queste località.

Stessa cosa però in grande avviene per le code e le lotte alla corsia che sfibrano persino la voglia di mare dei lombardo-piemontesi i quali spesso, una volta trascorso un fine settimana al mare poi saltano altre domeniche favorevoli per un effetto ripulsa per essere arrivati a casa magari all’una di notte esausti.

Ecco dunque l’effetto ping-pong che riduce le frequenza nei fine settimana primaverili?

L’iptesi dell’effetto ping-pong non pare irrealistica.

Il futuro del turismo in Liguria dipende anche dalla risoluzione di questi problemi infrastrutturali, che attualmente rappresentano un ostacolo insormontabile.

#parliamodivarazze#varazze

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