Se sul turismo esiste anche una retorica economica

In un recente articolo, il Prof. Maurizio Conti, professore ordinario di politica economica presso l’Università di Genova, ha espresso preoccupazioni riguardo al turismo come attività economica prevalente e ai suoi possibili effetti negativi.

Il Prof. Conti ha evidenziato diversi punti critici associati al predominio del turismo nell’economia di una regione. Innanzitutto, ha sottolineato come questa situazione possa disincentivare il conseguimento di lauree e qualifiche professionali, poiché molte persone potrebbero preferire lavorare nel settore turistico anziché investire nell’istruzione superiore. Inoltre, il turismo può attrarre un’immigrazione poco qualificata, sia nazionale che internazionale, contribuendo a una maggiore precarietà del lavoro e ad un aumento dei prezzi immobiliari a causa della concentrazione di case vacanze e hotel.

Un altro aspetto critico riguarda la natura spesso precaria del lavoro nel settore turistico, con contratti stagionali o a chiamata che non offrono stabilità economica e sociale ai lavoratori. Questa situazione può portare a una mancanza di condizioni lavorative a lungo termine e ad una debole sicurezza economica per coloro che dipendono da queste occupazioni.

Questi temi sono stati discussi anche durante il recente Assiom Forex a Genova, al quale ha partecipato il neo Governatore della Banca d’Italia Panetta. È emerso un dibattito sulla scarsa retribuzione nel settore turistico e sull’eccessiva dipendenza economica da questa industria. Nonostante il ruolo importante che il turismo svolge nell’economia di molte regioni, è stato sollevato il rischio di una sovrastima del suo impatto economico e dei suoi benefici.

Inoltre, è stato evidenziato il problema della mancanza di diversificazione economica in molti territori, con una scarsa promozione e sostegno da parte delle politiche pubbliche ad altri settori quali l’agricoltura, l’artigianato, l’informatica, le cooperative e la cultura. Questo ha portato alla fuga dei giovani qualificati verso altre regioni o all’estero, alla ricerca di opportunità lavorative più stabili e gratificanti.

In sintesi, il Prof. Conti e altri esperti sottolineano la necessità di una visione più equilibrata dello sviluppo economico, che tenga conto dei rischi e dei limiti del turismo come unica fonte di reddito e promuova una maggiore diversificazione economica e opportunità occupazionali nei territori interessati.

1 Commento

  1. Certo, quasi banale.
    Però questo è quanto succede se si vive du turismo mordi e fuggi, se si vive di turismo del weekend o delle 2/3 settimane agostane. Se invece si fa programmazione turistica, allora il turismo diventa anello di congiunzione per agricoltura, territorio, artigianato, professionisti nei più disparati settori. Questo, è quanto si dovrebbe costruire in un territorio che potrebbe fare turismo 11 mesi all’anno. Così facendo, tutto il bel discorso del professore decade. Banale.

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