Varazze: quello strano malessere chiamato futuro

Ieri sui quotidiani locali è comparso il piano di investimenti del comune di Alassio che ho consentito di inuagurare una nuova scuola e di ristrutturarne un’altra. In concomitanza dell’inizio dell’anno scolastico è infatti arrivata l’inaugurazione di una scuola media “Ollandini” nuova di zecca.

La scuola è costata 8 milioni di euro con il contributo di 4,2 milioni di fondi Statali.

Alassio è un comune “chic” da sempre, eppure ha posto nelle sue strategie il futuro. Parcheggi pubblici, scuole con la consapevolezza che un territorio non può vivere senza investire in questi settori.

Ad Alassio un metro quadrato di pavimento può costare anche 10.000 euro ma questo non ha vietato agli amministratori pubblici di ricercare e ottenere significative risorse pubbliche per investire nel futuro della città.

Il messaggio è chiaro: siamo una città turistica ma siamo anche una Comunità che ha scelto di investire sui propri ragazzi con impianti, strutture e scuole. Una comunità che ha deciso, anche mettendo seriamente mano al portafoglio, di dare servizi di qualità e attenti ai propri anziani.

Il giro d’affari ad Alassio è notevole. A Varazze per certi versi ancora di più. Sono stati attivati in dieci anni almeno 500/600 milioni di euro, una cifra enorme che sta portando a una pressione antropica nel centro città insostenibile. Molte di queste risorse sono rimaste sul territorio.

Con i continui investimenti dettati dalla conversione del patrimonio alberghiero, si è registrato un flusso di denaro sotto forma di oneri finanziari a scomputo per opere mai realizzate o in minima parte realizzate parcheggi, scuole, strade, giardini, impianti eco ecc. ecc.

Quanto di questo denaro frutto delle conversioni immobiliari (certamente molte decine di milioni di euro) abbia avuto effettiva destinazione strutturale a Varazze non è dato sapere se non ricostruendo nei dettagli i bilanci passati cosa che nessuno farà. Rimane il dubbio che siano finiti nella fornace del flusso corrente e dunque in termini stretegici, corsi via come l’acqua nel Teiro.

L’opposizione non chiede e la maggioranza non spiega.

E’ anche vero che per gestire con avvedutezza un bilancio comunale sicuramente non semplice, occorre un assessore esperto di finanza e bilanci pubblici e Varazze da un bel pò di tempo su questo versante è deficitaria. L’equilibrio tra indicazioni politiche dell’assessorato e capacità tecnica dei dirigenti di area è delicato: in alcuni casi crea valide sinergie ma in altre produce una sudditanza tecnica di fatto a favore della parte tecnica che di norma tende a perseguire linee particolarmente prudenziali talvolta con una scarsa propensione e cercare strumenti e finanziamenti innovativi laddove disponibili.

Sembra quasi che il futuro nella nostra città sia un argomento tabù.

La sensazione è che si pensi tutto sull’oggi quasi per paura di affrontare seriamente e strutturalmente l’argomento.

Eppure sarebbe urgente farlo. Perché la passeggiata nuova è bella, forse decisiva per soddisfare le giustificate aspettative di cittadini, dimoranti di seconde case e turisti occasionali ma non lo è altrettanto per avere coppie giovani che vivano e abitino in questa città.

La vecchia teoria “bussiana” (ndr storico sindaco della città) per la quale se la città non ha sviluppo edilizio e non investe in strutture turistiche non produce reddito è oramai datata.

Certo la città deve essere più bella. Ma ciò non significa necessariamente più attrattiva.

Purtroppo sono due cose ben diverse. Per essere attrattiva oggi occorre molto di più: qualità ambientale, servizi innovativi, turismo sostenibile, servizi sociali e scolastici di qualità, programmazione finanziaria, strumenti moderni di pianificazione urbanistica, controllo del territorio.

Se non hai queste cose alla lunga perdi. E il paradosso è che alla lunga perdono anche gli investitori immobiliari che vedranno i valori immobiliari decrescere a favore di altri luoghi “concorrenti” che hanno fatto meglio.

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