I BAGLIETTO SEMPRE PIU’ FORTI. MA IN TOSCANA. OCCASIONE PERSA?
Nei giorni scorsi numerosi articoli sui quotidiani riportavano le interviste dell’amministratore delegato del Gruppo Gavio, un potentissimo gigante da 4 miliardi di euro che ha acquistato dopo il fallimento i cantieri Baglietto o meglio il marchio e il nome che equivale al marchio Ferrari nel campo navale.
Ha annunciato per Baglietto investimenti, assunzioni di personale di altissima qualificazione tra i quali progettisti ingegneri, architetti ecc. ecc.
La vicende dei Baglietto e di come è stata gestita è ancora oscura.
Le amministrazioni comunali dell’epoca fecero la scelta nei fatti (non nelle parole con una certa ipocrisia) di “sbolognare” i cantieri perché la visione era legata alla realizzazione di un’unica passeggiata e – si sosteneva all’epoca – di un albergo di lusso sul mare rilanciondo così l’immagine turistica di Varazze.
La “Ferrari del mare” è stata liquidata senza colpo ferire. Logiche imprenditoriali si dirà.
Ora però i dubbi legittimi vengono.
Erano davvero incompatibili i cantieri Baglietto con Varazze e il suo turismo oramai conclamatamente da weekend e seconde case?
Si poteva immaginare un polo di eccellenza – dopo la cessione a un gruppo importante che volesse investire sul marchio come effettivamente è avvenuto ma in Toscana – con posti di lavoro qualificati, eccellenze ambientale, piena compatibilità territoriale?
Probabilmente sì.
Anche alla luce di quanto è successo dopo.
I cantieri non sono spariti. Ci sono e rimarranno. Fanno attività di rimessaggio senza alcuna eccellenza e soprattutto si è passati dai Baglietto a un non marchio.
Al posto della storica palazzina si sta costruendo in tempi decennali una caserma dei VV.FF.
Qualcuno dirà: “con il senno di poi…”
Può essere.
Certo, come già detto nella nostra città è successo un pò quello che potrebbe succedere se a Maranello trasferissero la sede della Ferrari.
Da noi è successo. Quasi senza colpo ferire.
Inevitabile? Meglio cosi?
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