VARAZZE: TROPPO PER LE OPERE PUBBLICHE, TROPPO POCO PER LE PERSONE?

La gestione della Comunità passa inevitabilmente anche dalla gestione del Comune di Varazze.

Un ente oggi in crisi di risorse umane che macina parecchie decine di milioni di euro.

Al 3° e 4° piano dell’orrido palazzo purtroppo progettato da un tardo e scarso epigono dell’arch. Nervi, si sta impostando da tempo una ristrutturazione della città. Passeggiata di levante, Area privata T1 retroporto, moltissime ristrutturazioni di immobili privati. Molte risorse private ma molte soprattutto pubbliche: ad esempio, solamente la passeggiata costerà almeno (perché si spenderà di più) 7 milioni di euro.

Buone cose? Nel complesso ritengo di sì, anche se molto spesso i benefici per la parte pubblica sono ridotti o inesistenti.

Moltissime decine di milioni dunque.

Ma quanto spendiamo invece per le persone? Ci dicono spesso, e solo in parte è vero, che le opere e l’abbellimento della città “serve” al futuro delle persone.

Può essere, anche se la storia degli ultimi 40 anni a Varazze racconta diversamente. La Comunità varazzina si è impoverita enormemente: di lavoro, di capitale umano, di cultura, di scuole, di solidarietà.

Il Comune di Varazze segue l’impostazione che fu data dall’onesto ed esemplare sindaco comunista Giovanni Busso che però – non poteva saperlo o almeno quando glielo dissi io non mi capiva – era sbagliata e recitava così: “investendo nell’urbanistica e nei mutamenti di città, la città sarà più ricca, con più lavoro e i cittadini vivranno meglio”.

Era clamorosamente sbagliato, purtroppo.

Oggi la città continua a perseguire quella strada.

Ma quanto investe il Comune nelle persone? Quanto investe davvero in istruzione e scuole (nonostante l’impegno strenuo di alcuni in primis dell’assessore)? Quanto investe in sanità? Quanto investe in cultura? Quanto investe in servizi sociali moderni ed efficienti? Quanto investe in recupero sociale? Quanto in aggregazione e luoghi?

Pochissimo, il minimo indispensabile.

E non si dica che “non ci sono soldi” perché non è vero. I soldi ci sono e pure molti, ma si preferisce spendere in altro. E’ un dato di fatto. I numeri parlano.

Si fanno piccoli investimenti con diffusione un pò a pioggia di contributi (ci sta purché la cosa non diventi patologica) e si investe in sport perché comunque restituisce un consenso di ritorno rapido.

Per il resto ai piano altissimi del Comune, vige la teoria di “accumulo perché non si sa mai” seguendo politiche inutilmente prudenziali, anzi tecnicamente conservatrici da decenni, a prescindere dai Governi cittadini che si susseguono. La rotazione doverosa dei dirigenti alle nostre latitudini è utopia e il loro ruolo e assolutamente abnorme, comprimendo nei fatti l’area delle decisioni politiche di Governo della città.

Garante degli equilibri qui sopra descritti è il Segretario Comunale che però in questi anni è cambiato con frequenza sorprendente.

Resta dunque, una città impastoiata in una politica vecchia di almeno 40 anni targata addirittura PCI. Politica apparentemente fruttuosa, quella della gestione immobiliare, che è sempre redditizia poiché i prezzi si mantengono comunque oltre i 6000 euro a mq. Una miniera d’oro ma per pochi.

Ci si deve scandalizzare? No.

Ma ciò che deve portare a reagire (in maggioranza come in minoranza) è che se anche i cittadini non lo chiedono più, tutti chiusi nel bozzolo dei propri interessi ..e del “poi si vedrà”, gli Amministratori pubblici hanno il dovere di investire pesantemente in ciò che non porta soldi immediati in cassa ma che consente a una città di non essere clinicamente morta entro un decennio:

  • scuole moderne
  • servizi sociali e rete pubblico-privata integrata efficiente
  • servizi sanitari flessibili e moderni
  • politiche ambientali avvedute e diffuse
  • incentivi per le nuove famiglie (a prescindere dove lavorano)
  • centri di incontro, sale pubbliche, associazionismo

Questi non sono soldi spesi. Sono soldi INVESTITI.

Si cambi registro, altrimenti avrete una bellissima cattedrale nel deserto vissuta esclusivamente da ex turisti che hanno deciso di vivere qualche mese dell’anno a Varazze.

Ci saranno Palazzetti dello Sport nuovi di zecca con 4 bambini in croce e una marea di vecchietti (me compreso) che faranno i dirigenti sportivi del nulla.

Classi semivuote, centri anziani non presentabili o inattivi. Avrete eventi culturali che durano un giorno e gente con il gelato in mano che passa di lì per caso.

Insomma mancheranno le persone.

Non è quello che meriterebbe una città con 2000 anni di storia.

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