E SE LA CITTA’ DIVENTASSE DI PLASTICA ?

Varazze destinata a “Circolandia”? Si accendono le luci solo quando ci sono da fare gli incassi (meno male) ma rimane sempre più vuota di varazzini.

Eppure non era così. Voi lo avreste detto che è il centro di Varazze? La foto è della principale piazza di Varazze una normalissima sera di bel tempo in inverno. E’ deserta. Ciò significa che nel centro città oramai a viverci sono rimasti in pochissimi. Piazza Dalla Chiesa si riempe di giorno ma la sera è desolante. Il rischio di una città che accende le luci solo quando arrivano i weekend da tutto esaurito è evidente. Anzi più che una probabilità.

Tramontate le logiche del rilancio del turismo invernale, chiusi quasi tutti gli hotel di Varazze, la città si è attrezzata per un pronto-turismo da aperitivo, bagno in mare e focacciata. L’economia che corre dietro la domanda si è attrezzata e strutturata.

Compaiono anche i “temporary store” che aprono e inizio maggio e chiudono di fretta a settembre per ridurre al massimo i costi. Il centro città inevitabilmente diventa super affollato e super caotico solo nei periodi di primavera ed estate e i residenti abbandonano il centro, se possono, per le frazioni che oramai accolgono ben oltre il 50% dei veri residenti.

Il rischio è evidente. Anzi possiamo dire che è una realtà: una città di “plastica”, semi deserta di abitanti h24 e che dunque cessa di essere città per diventare luogo turistico.

Una sorta di contenitore da riempire per gestire la forte domanda degli “avventori turistici” che hanno esigenze precise. Esigenze che però non possono evidentemente convivere con la qualità.

E’ come se si pretendesse di alloggiare 10 persone in una stanza di albergo e pretendere che vi sia il massimo confort.

Il gioco vale la candela? Per chi è nel business di settore certamente sì. Basta attrezzarsi per gestire le folle al meglio. Si preannunciano stagioni importante con incassi significativi perché la gente ha voglia di muoversi e certo un sabato al mare non se lo negherà. E pazienza se ci sarà qualche ora di coda sulle autostrade dimenticate dai Benetton e C: sempre meglio che bollire nel bollente catino padano.

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