LA GRANDE SAGA DEL SEMAFORO DI CELLE CONTINUA! (no, non è una serie di Netflix…)
In 3 anni si costruiscono intere città. Qui neanche 70 metri di strada. Qui siamo ancora alla carte bollate e alle iniezioni di malta cementizia che non funzionano, bloccando mezza provincia o per lo meno quella parte di provincia a cui frega poco a pochi. Peccato che di mezzo a questa storia comica, ci sia la vita di cellesi e varazzini oltre che si sventurati girovaghi dell’Aurelia che da quasi 3 anni si sono beccati un semaforo provvisorio che trasforma un viaggio di 10 km in una barzelletta depressiva.
In sostanza: non è successo nulla. Abbiamo scherzato. I lavori di consolidamento sono falliti e ora vi schiaffiamo cari CITTADINI CONTRIBUENTI, un bel semaforo per sei mesi e poi a settembre (2022) ancora per un pò di mesi. Intanto, cosa vi costa se non un paio di ore alla settimana in coda e qualche litro di benzina? Però attenzione, perché per gentile concessione toglieranno il semaforo sull’Aurelia da giugno ad agosto.
Chapeau. La fiera del ridicolo.
70 metri di corso sotterraneo fermi da tre anni per lesioni ad alcuni appartamenti (si parla di 3) con cause, contro cause e chili di carte bollate. Risultato? Circa 120.000 euro di danni alla collettività ogni mese per tempo lavorativo perduto, ore di code nei periodi di massimo traffico. Una condanna firmata anche da coloro che hanno stabilito che di assoluta priorità si trattava, forse pensando alla trasformazione della OLMO negli ennesimi appartamenti per seconde case.
Rimane un simbolo dell’assoluta inattendibilità di un sistema dei LL.PP che fa acqua da tutte le parti, e di norme imbarazzanti che sembrano essere create per “non fare” o possibilmente “fare male”. Se un avvocato vorrà intentare una class action sappia che è come “vincere facile” perché qui non c’è neppure discussione. Gli inattendibili stanno tutti dalla stessa parte.
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