L’aspirazione c’è. Fare di Varazze un centro “movida” . Non entro nel merito. Probabile che la maggior parte dei varazzini residenti oramai a chilometri dal centro siano piuttosto indifferenti alla questione.
Certo le “discoteche” fanno sentire i loro watt in alcuni casi fino alle 2 di notte mentre gruppi di bipedi organizzano caciare con autentiche gare di bestemmia libera anche in questo caso fino alle 2. Spiagge libere luogo di “vale tutto”.
Controlli pochi o zero. Non pervenuta la Polizia locale (pochi e gestiti con pochi mezzi e conoscenze), i Carabinieri ridotti numericamente al lumicino oltre ad assicurare una pattuglia serale (non h24) escono principalmente in caso di situazioni gravi. Non riescono a fare di più.
Telecamere: non funzionanti. Auto che in tarda notte sfrecciano a velocità folli sull’Aurelia.
Per una città di 40.000/50.00 mila persone è davvero poco. La sensazione di un certo abbandono delle zone centrali della città è reale. Consistente.
Quello però che preoccupa di più è la sensazione che molte regole siano affidate all’autodisciplina della gente che sicuramente c’è ma non certo in tutti. La stazione ferroviaria è dopo mezzanotte infrequentabile mentre l’odore delle droghe fumata apertamente è diffuso. Basta girare.
E’ il Bronx (che fu) ? No, ovviamente. Ma neppure un posto controllato dove la sensazione che il territorio sia davvero monitorato è diffusa.
In questo momento per esempio, le urla di ubriachi riecheggiano dalla strada. Stanno sfasciando qualcosa ma non serve neppure controllare. Si vedranno i danni domattina.
A chi tocca tocca.
Ed è routine. Assolutamente routine. E’ la città che vogliamo?
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