Quando gli investimenti per il rischio incendi e idrogeologico non portano voti….Ma è la scelta giusta?
Per chi ha memoria storica ricorderà le due volte in cui Varazze è stata “protagonista” della prima notizia di apertura del TG1 Rai delle ore 20.
E’ accaduto in occasione del grande incendio che incenerì tutti i boschi della Madonna della Guardia e in occasione dell’alluvione che colpì in modo particolare Casanova.
Un’alluvione dunque e un mega incendio boschivo. Purtroppo.
Questo dovrebbe fare riflettere molto coloro che governano la città ma soprattutto coloro che si preparano a candidarsi per governare la città nelle prossime elezioni del 3 e 4 ottobre. Varazze e il suo territorio sono costantemente martoriate dal dissesto idrogeologico: bastano alcuni giorni di pioggia per contare spesso decine di frane un pò ovunque, strade interrotte, case danneggiate e poi anni e anni oltre a milioni di euro per recuperare la situazione.
La grave situazione del Fossello dovrebbe ricordarcelo.
Ecco perché invece di promettere sfavillìi e strutture megagalattiche sarebbe utile sfidarsi per chi propone progetti seri di tutela del paesaggio e dell’ambiente.
Già ma non portano voti….Queste cose richiedono soldi che “non si vedono” e di voti ne fanno perdere…..Una piazza nuova ne porta molti, molti di più….Ecco perché la gente dovrebbe riflettere meglio. Perché se poi si contano morti e famiglie fuori dalla proprio case (Dio non voglia) non si possono incolpare sempre i “cambiamenti climatici”.
Forse prima di avviare quelle che in tutta sincerità appaiono – magari non “tecnicamente” ma certamente per il buonsenso- scempi paesaggistici e pensiamo allo sventramento in corso della collina di Via Villagrande o di Via Don Minzoni – bisognerebbe pensarci meglio.
Ci sono scelte tecniche di edilizia che non paiono sensate anche qui. Ce ne sono oggi e ve ne sono state molte in passato. L’urbanizzazione “rapallina” non è certo esclusiva di questo periodo storico. Gli anni ’60 e ’70 lo sanno bene.
Tuttavia oggi si ha piena coscienza di quali siano i pericoli reali. Ecco perché oggi la responsabilità anche etica vale doppio: perché non si possa dire “è il cambiamento climatico” tra un incedio o un’alluvione e l’altra…..
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