Non entrerà nel merito sulla vicenda che vede il ricorso dei Bagni Liggia finita nella maglie della giustizia amministrativa in quanto il rinnovo della concessione non può essere validato poiché non rispetta l’obbligo della Bolkenstein di affidare le concessioni demaniali con gara pubblica.
Ho insegnato diritto pubblico dell’economia da qualche parte a Pisa e so come finirà la vicenda normativa a livello nazionale. Non ci sono dubbi.
Indubbiamente la contesa dei Bagni Liggia malgrado loro si è ora estesa ai 17.000 stabilimenti balneari in Italia in quanto chiamati in causa, divenendo un caso che aprirà la strada definitivamente in un modo o nell’altro.
Vorrei però soffermarmi su un altro aspetto che ha colpito molti: i bagni che sono piccoli e in una zona non troppo prestigiosa sono stati venduti anni fa per 1,5 milioni di euro.
Cifra senz’altro non trascurabile. Di solito questi prezzi li fa il mercato a sua volta tarato su conti economici fatti di reddito atteso. Spesso gli stabilimenti passano di mano ma le cifre di vendita sono sempre accuratamente “riservate”.
Uno stabilimento è dunque assimilabile ad una media azienda per costi ma certo anche per reddito altrimenti a fatica si spiegherebbero cifre così elevate.
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