PIOVE. LOTTA DURA SENZA PAURA (in attesa dei tavoli di concertazione e dell’Aurelia tris)

Celle lavori sull'Aurelia

Una pioggia che in Irlanda sarebbe scambiate per sole. Niente di che. Sveglia come Rocky alle 6,30 con l’obiettivo di fare 11 km con l’auto e arrivare per le 8.00 a Savona, città vivace e sempre attiva che non dorme mai (o sempre?). Si parte come il Ragioniere Filini alle 7.15 puntualissimi e con barba fatta, certi di anticipare di 10 minuti buoni i carcerati delle colonne di auto e dei semafori demenziali.

Si supera come Tomba il primo semaforo prima di entrare ai Piani di Celle dove il semaforo per grazia ricevuta è in formato giallo lampeggiante. Lo accenderanno magari alle 8.30. Perché accanirsi? Li vogliamo tirare già i tappetoni beige? E facciamolo con calma!

Ecco arrivare il primo Moloch. Il mitico semaforo di Celle che da 18 mesi ti ricorda l’assurdità di una situazione abbondantemente annunciata prima che iniziassero i lavori. Tre turni, 15 minuti per attraversare la metropoli cellese. Il pensiero va alle baldanzose promesse del Consigliere locale che dopo essere stato eletto ai sommi scranni regionali, con l’annuncio della creazione immediata di un tavolo di concertazione per sbloccare la situazione. Non avranno trovato il tavolo. Intanto passano ambulanze con sirena verso Savona zigzagando e attendendo che le auto si spostino il più possibile: si pensa con preoccupazione a chi è a bordo. Ci vorranno almeno 20 minuti per arrivare in ospedale.

Si giunge dopo aver attraversato la nuova e fiammante galleria di Albisola Capo (quella che aveva le luci più fioche d’Italia) dove negli ultimi anni almeno due ciclisti ci hanno lasciato la pelle prima che si intervenisse. 20 anni di attesa. Poco. Ecco, inizia il vero e proprio girone dantesco: la coda ad Albissola Capo è ferma….Un triste presagio coglie gli occupanti della sventurata vettura di forzati. Dopo 10 minuti abbiamo percorso circa 1 metro al minuto.

Serpeggia il panico: auto che rinunciano ad andare a lavorare e tornano indietro, auto che salgano sui marciapiedi come per il Camel Trophy. Scatta la manovra emergenziale: si entra in Albissola (meglio non dire come) e si percorrono tutti meandri possibili meno che i ponti. Quelli li fanno solo a Grana 5 km più a monte. Tutto bloccato. Sguardi selvaggi. Si punta su Località Grana e si passa davanti al monumento della sconfitta: l’Aurelia bis attesa per 30 anni e ovviamente bloccata da anni . Perché? Mancano i soldi che però arriveranno se voti, il progetto deve essere rivisto e sarà rivisto se voti giusto e tra 50 anni ci sarà una strada che i cinesi avrebbero fatto in 4 mesi. Si doveva fare diversamente così è stato decretato poche settimane fa. L’arrivo e l’entrata sull’Aurelia è ora in Albissola Marina. E’ una pacchia. Italiani brava gente, ti fanno tutti entrare sull’Aurelia e ci si rimette in carreggiata. All’altezza della svolta “dai Pesci vivi” inizia la coda per l’entrata a Savona, una pacchia rispetto alla giungla albisolese e l’arrivo sotto la Torretta all’unica rotonda a forma di banana del mondo (che però funziona). Arrivo alle 8,26. 71 minuti per 10.700 metri una, una media di meno di 10 km all’ora. Di corsa avrei impiegato 50 minuti perché sono uno scarpone, in bici 30 minuti, a piedi forse lo stesso tempo .

Infine il ritorno: una passeggiata di salute. In soli 35 minuti arrivo a Varazze. Tempo totale 1h e 45minuti primi per andare a Savona e tornare. Il mio tempo in mezza maratona è più basso. Tutto per un pò di pioggia, un territorio che da 50 anni ha una sola strada, una sola pseudo autostrada gestita dalla famiglia Benetton, quelli che si sono divisi 2 miliardi di dividendi l’anno (e qui non occorre giungere altro). Le prossime elezioni andremo di progetti, aurelie bis, droni porta studenti e lavoratori e la rinascita della Riviera da bere. Probabilmente l’unico che potrebbe fare qualcosa è Draghi ma lo hanno già chiamato per altre faccende. E dunque l’inno rimane lo stesso: Votate Antonio! votate Antonio!

2 Commenti

  1. E da ieri pure la ciclabile sino a Cogoleto è chiusa per frana.
    Caspita ma vogliamo incentivare il passaggio all’ economia verde ed ancora bisogna prendere l’auto per gli spostamenti vs i comuni limitrofi?

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