Stanno per entrare sul mercato immobiliare di Varazze circa 400 nuove unità immobiliari. Non poche. Soprattutto mini e micro appartamenti (40 mq o poco più) ben poco adatti per viverci tutto l’anno. Quanti di questi avranno “residenti” anzi che essere seconde case? Quanti di questi “residenti” saranno veri e quanti “simulati”? Voi penserete che si hanno manie di persecuzione. No. E’ una questione di giustizia sociale e fiscale. Prima di tutto per quelli che posseggono seconde case e pagano fior di tasse extra. Non si capisce perché questi sì e altri “neo residenti” invece dovrebbero essere assoggettati a tassazioni notevolmente inferiori.Molti si augurano che i controlli per verificare se si tratta di veri neo residenti (ovviamente benvenuti) o meno non si limitino alle autocertificazioni per dare equità.In tutto il mondo – compresa la dorata e non certo marxista Montecarlo – i controlli sono seri e partono dalla verifica delle bollette e dei consumi, cosa per altro possibile e legale anche da parte degli enti locali italiani. Cose assolutamente di normali che ovviamente a Varazze (soprannominata “No rules city”) farebbero gridare allo scandalo alcuni.Cerchiamo allora di essere seri e corretti. Alcuni stimano dati alla mano che circa 2000 residenti a Varazze lo siano solo pro forma. In poche parole siano residenti di comodo per pagare meno tributi. Sarebbe molto denaro sottratto alle casse comunali e non è giusto che per tappare buchi di bilancio, si provveda con ulteriori tasse come l’IRPEF che ovviamente pagano da quest’anno i residenti. Quelli veri. I soliti.
Se non è cambiata recentemente la normativa il compito di controllare se le residenze sono vere o fittizie spetta al comune. Le verifiche poi vanno fatte attraverso reali controlli, per esempio tramite i vigili urbani, sicuramente non tramite autocertificazione. Nel caso in cui chi amministra la città non provvede a svolgere i dovuti controlli si rende complice di una sottrazione di risorse alle finanze pubbliche con inevitabi conseguenze