Ieri sera serata di nuovo particolare. Ragazzi inseguiti da altri con la sensazione del ritorno di babygangs, debitori percossi. Insomma una serata non certo “per tutti” dalle parti della stazione.
Eppure erano solo le 19 e già uno spettatore qualsiasi di passaggio dalla stazione ferroviaria di Varazze avrebbe visto una situazione di certo “agitata”.
Gruppo di adolescenti e un ragazzo alquanto alterato dopo un colloquio che non pareva dei più rassicuranti. Un signore aggredito a ceffoni, pare per un credito non saldato e conseguente divisione dei due da un volenteroso che si è preso anche qualche botta di risulta nell’atrio della stazione FFSS.
Sarà senz’altro il caldo e la stanchezza delle giornate estive ma talvolta questa città fornisce l’impressione di avere parecchi problemi, troppo sottovalutati.
La questione delle babygans, fatto onestamente inimmaginabile per una piccola città come Varazze, si è concretizzata in queste settimane. Varazze si è scoperta di colpo come una qualsiasi città delle periferie metropolitane. Gruppi di ragazzi adolescenti residenti e non , tutt’altro che amichevoli che sono finiti agli onori della cronaca per comportamenti aggressivi e che a giudicare almeno da ieri, parrebbero essere ancora in circolazione tutt’altro che intimiditi.
Già su queste pagine, nei mesi scorsi si era evidenziato come droga venisse fumata alla luce del giorno in alcuni punti noti della città: la diga di sopraflutto, i giardini di San Domenico, quelli dietro San Bartolomeo.
Poi, siamo arrivati a fatti di cronaca come quello di giorni fa con il tentativo di rapina e aggressione di un coetaneo. Forse una bravata ma non ne siamo sicurissimi. La città pare esprimere un forte disagio sociale, troppo impegnata a inseguire i fantasmi di uno sviluppo soprattutto immobiliare in perfetto stile anni ’70.
Non è neppure rassicurante assistere a risse per un debito di 1000 euro in pieno giorno, anche questo segno forse che c’è qualcosa di più che non va.
La città sta inseguendo un disegno di sviluppo che non convince con una programmazione che sembra aver perso la bussola. Varazze è certo figlia di un territorio ben più ampio e complesso ma sembra mostrare peculiarità legate a una crisi sociale e di identità profonde.
Non basta purtroppo, e lo diciamo da anni, produrre nuovi volumi edilizi o addirittura nuove passeggiate se poi se non persegui una strategia precisa di città, inclusiva, che sappia lavorare su interessi diffusi e non particolari, che sappia fare delle scelte sociali e culturali precise.
Ma questi sono sicuramente altri temi, seppure sempre più di stretta attualità.
Leave a Reply