L’Amministrazione comunale di Varazze non ha imposto le mascherine obbligatorie. Moltissimi Comuni della provincia lo hanno fatto, per lo meno negli spazi pubblici a rischio.
Questo perché il Sindaco ha dichiarato che non vuole alimentare e dare spazio a possibili speculatori, ovvero un mercato altamente speculativo sui prezzi delle mascherine stesse.
Questo problema poteva essere reale e realistico un mese fa, quando il fenomeno della speculazione oggettivamente esisteva.
Ora le mascherine si trovano molto facilmente e il loro prezzo è al più di 1,5 euro o meno.
Non pensiamo che in questa fase, possa essere un problema comprare una mascherina a questi prezzi.
L’ipotesi della speculazione sui prezzi di acquisto delle mascherine è tramontata per fortuna.
Eppure il Governo comunale continua a non renderle obbligatorie in nessun caso in questa fase di transizione delicata. Inevitabilmente molta gente per la città non le indossa mai.
Questo in una città che per turismo e rapporto popolazione residente/popolazione turistica/disponibilità spazi è oggettivamente sorvegliata speciale.
Pare un errore non avere reso obbligatoria una semplice mascherina. In questa fase, in cui si riducono gli obblighi, il buon senso richiederebbe di indossarle.
Indossare per qualche tempo una mascherina, non è un sacrificio enorme e sicuramente un metodo molto, molto importante per contribuire radicalmente a ridurre o azzerare il rischio di contagi.
Non parliamo di un’influenza – lo sappiamo tutti. Parliamo di una malattia grave, potenzialmente letale che richiede la massima attenzione e attenzione e buonsenso.
Bisogna agire rapidamente.
Buonasera, mi permetterà qualche tono leggermente aspro, e spero di non eccedere, nel qual caso me lo faccia presente e ne discuteremo. Se possibile. Grazie comunque per lo spazio concessomi.
“Pare un errore non avere reso obbligatoria una semplice mascherina. In questa fase, in cui si riducono gli obblighi, il buon senso richiederebbe di indossarle.”
In questa fase – secondo me – è tardivo, il buon senso avrebbe richiesto una disposizione per indossarle a febbraio. E potrà richiederlo di indossarle ogni qualvolta ci sarà necessità, ma comunque all’inizio di una epidemia, non alla fine. Io sarei d’accordo, a fini preventivi.
“Indossare per qualche tempo una mascherina, non è un sacrificio enorme e sicuramente un metodo molto, molto importante per contribuire radicalmente a ridurre o azzerare il rischio di contagi.”
Il buon senso richiederà di indossarle all’inizio di un’epidemia per ridurre o azzerare il rischio di contagi, non nella fase discendente della medesima. Molti dottori (non uso il termine “esperti” perché ormai abusato) la ritengono addirittura controproducente o dannosa.
“Non parliamo di un’influenza – lo sappiamo tutti. Parliamo di una malattia grave, potenzialmente letale che richiede la massima attenzione e attenzione e buonsenso.”
Mi permetto di dissentire. Credo sia uno sbaglio dire che l’influenza non è una malattia grave. Prima di essermi informato credevo che l’influenza fosse una malattia lieve, non mortale, paragonabile al raffreddore. Poi informandomi ho scoperto che l’influenza causa annualmente un numero di morti che varia tra i 200.000 e i 650.000 a livello mondiale. Ad esempio 25.000 morti nel 2018 in Germania. Nessuno stranamente mi aveva mai avvertito. Ovvero non mi aveva mai terrorizzato.
“Bisogna agire rapidamente.”
Avremmo dovuto agire rapidamente spesso e dovranno reagire rapidamente, dovranno agire – intendo – coloro che intendono governare. Non sono obbligati, se pensano di non essere all’altezza, io li comprenderei, umanamente. Basterebbe almeno ammettere qualche sbaglio.
Non comprendo la ratio della scelta, tanto più se giustificata da motivazioni afferenti il costo di reperimento del dispositivo di protezione.
Abbiamo recentemente assistito ad uno spot televisivo promozionale di un\’azienda varazzina con tanto di \”endorsement\” ad opera di un noto conduttore in cui si dichiarava una capacità produttiva di 250.000 pezzi al giorno. A tal proposito, rammentiamo che Varazze conta 13.000 abitanti
Dunque, un accordo economico di fornitura penso si potrebbe tentare.
Al netto di ciò, inoltre, ho notato è che la decisione di non imporre l\’uso della mascherina sta inducendo i cittadini ad abbassare la guardia.
Infatti, vi sono sia persone che entrano nei negozi non dotate di dispositivo sia esercenti, tra l\’alto di generi alimentari non confezionati, che servono la clientela a mani nude con mascherina abbassata.
(Ho personalmente riscontrato ciò nella mattinata del 2 maggio).
Al momento, le statistiche del contagio, per quel che concerne la nostra regione, lungi dal poter essere considerate incoraggianti.
Penso che, qualora si aprissero i confini, l\’uso non obbligatorio della mascherina non possa qualificarsi quale elemento incentivante per recarsi a Varazze bensì quale fonte di concreto pericolo tanto per i cittadini quanto per i turisti.
Inutile rammentare che le nostre strutture sanitarie locali siano inadeguate a fare fronte a situazioni emergenziali di picco.
A fronte della profonda crisi economica in cui siamo innegabilmente precipitatati, se il singolo cittadino non comprende la necessità di tutelare se stesso e gli altri, indipendentemente dal mancato obbligo prescritto dalla Sua autorità, temo che la strada per uscire dalla predetta crisi sia lunga e durissima.
Spero vivamente che gli episodi di rischio osservati stamani assurgano ad eccezione, altrimenti, con tale modus operandi, sarà improbabile addivenire a quella ripresa che tutti vivamente auspichiamo.
C’è il calmiere imposto a livello nazionale che prevede 1 euro a mascherina venduta in farmacia.
Mi risulta inoltre che ora a Varazze sia in funzione un impianto che le fabbrica. Non sono a conoscenza del tipo di mascherine ivi prodotte, ovvero se quelle più semplici, quelle chirurgiche, quelle certificate FFP2 o quelle FFP3, ma se l’azienda ha ottenuto le autorizzazioni per produrle, spero vivamente che siano almeno dello stesso tipo di quelle consegnate dalla protezione civile ai liguri.
Tornando alle dichiarazioni del sindaco, se è vero che ha detto che non vuole alimentare speculazioni, è sufficiente che recepisca le direttive nazionali, per cui chi vende o produce mascherine sul territorio del comune di Varazze obbligatoriamente deve applicare il prezzo calmierato di 1 euro ciascuna. Per il resto concordo con lei che è necessario l’uso obbligatorio delle mascherine, per lo meno negli spazi pubblici a rischio.
Peraltro, se in futuro si verificasse un focolaio a Varazze, considerato il probabile aumento nelle prossime settimane della popolazione, ne risponderebbe chi ha la responsabilità in termini di sicurezza sanitaria sul territorio che gestisce e non ha fatto tutto quello che era in suo potere per prevenire situazioni di rischio.
Nello specifico, il sindaco può emanare – ai sensi del Testo Unico Enti Locali – provvedimenti urgenti al verificarsi di situazioni di particolare gravità che interessano l’igiene e la sanità pubblica, tra cui rendere obbligatorio l’uso delle mascherine.
Cordiali saluti.
Il prezzo imposto è 0,5 euro.
Scusate, in un primo tempo avevo letto di 1 euro. Non ero aggiornato sui prezzi calmierati definitivi. Comunque meglio ancora per la gente che le deve acquistare. A questo punto parlare di speculazione sulla vendita delle mascherine mi sembra fuori luogo.