Turismo, dove eravamo rimasti? Archiviata una stagione mediocre con dati che segneranno probabilmente un meno davanti, è sempre più pressante la domanda che alcune settimane fa ponemmo pubblicamente.
Potrà sembrare banale ma non è così.
Le domande sono in realtà due, semplici ma crudeli: “perché un turista straniero dovrebbe decidere di passare una settimana di vacanza proprio a Varazze?”
“Quali sono le peculiarità per le quali si dovrebbe decidere per Varazze?”
Domande scontate?
Può essere…però provate a rispondere….non è cosi facile!
Soprattutto, occorre concentrarsi se con la vostra risposta avete elencato motivazioni che rendono la scelta di Varazze una scelta davvero unica. E se invece, altri posseggono le stesse possibilità e proposte, a maggiore ragione occorre chiedersi perché si dovrebbe scegliere proprio Varazze?
Come vedete il cerchio si restringe….
Aggiungiamo che in passato si sono spesi soldi senza alcun esito concreto per ingaggiare esperti di turismo per rilanciare Varazze: purtroppo, hanno prodotto tanta teoria perché alla fine si sono scansate le domande che contano davvero e che sono quelle che avete letto sopra.
Quelle più difficili alle quali rispondere.
I dati ci consegnano presenza in calo e la sensazione che il turismo varazzino si stia sempre più orientando verso il fine settimana piuttosto che un soggiorno più lungo.
Rimane sullo sfondo un sistema turistico in crisi di numeri e di identità, a mio parere, privo di un progetto strategico fattibile, pragmatico e originale e si potrebbe fare.
Certo, non è obbligatorio averlo.
Si può anche accettare di gestire il turismo povero del fine settimana estivo. Non è certo un reato.
Tuttavia la sensazione è che questa scelta, nel complesso, porti ad un impoverimento della ricchezza prodotta e un minore giro d’affari e minore occupazione.
I numeri dicono che il fatturato complessivo del “turismo” a Varazze decresce. E comprendiamo anche i locali e gli esercizi commerciali.
La città di sta impoverendo.
E’ davvero la strada giusta quella imboccata in passato?
Credo di no.
Frequento Varazze da tantissimi anni e, forse, sarò in controtendenza, ma Varazze, per una sua politica , ha scelto un turismo tranquillo – non discoteche, caos o altro – e mi pare che questo paghi. I turisti stranieri , almeno nel corso degli ultimi due anni (tedeschi, svizzeri, inglesi..) , sono cresciuti tantissimo (fate una passeggiata nei budelli). Optare per la tranquillità – rispettando residenti , villeggianti che occupano le seconde case, alberghi etc. – non è un disvalore. Chi cerca il caos può cercarlo altrove. La gestione degli alberghi, poi, è divenuta francamente impossibile. E’ cambiato il modo di fare vacanze : B&B, affittacamere etc. cose che un tempo non c’erano e le uniche possibilità di soggiorno erano gli alberghi. Non parliamo della gestione dei costi. Insomma Varazze resta sempre una importante meta turistica, in trasformazione sicuramente ma cambiano i tempi e anche le disponibilità economiche.Varazze resta sempre bellissima e non offre solo mare….
E´vero. Varazze ofre poco o niente al turista straniero.
La maggior parte scende dal Nord Europa per godersi una o due settimane di sole
e spiaggia, buon cibo vino. (esclusi quelli che preferiscono le grandi cittá)
Cibo e vino a Varazze sono ottimi, ma spiaggia e alberghi non danno i servizi
che il turista straniero si aspetta e trova in altre nazion i del Sud Europa.
Consiglio,senza offendere, di fare una visita a Mallorca (Palmanova) per vedere come
sono gestite e tenute le spiaggie e gli alberghi. Io sono un vecchio varazzino di 80
anni. Quando partii da Varazze per il Nord ne avevo solo 25. era l´anno 1965 e allora
Varazze era piena di turisti stranieri. Un caro saluto a tutti quelli che amano Varazze.
Anch’io sono un vecchio varazzino ( Alpicellino ),lasciai Varazze nel lontano 1954 per la California e per 32 anni non passava giorno ( a parte qualche viaggio )che non venisse il pensiero della mia terra che siccome essendo nato montanaro sinceramente pensavo ai miei bricchi più che al mare.Nel 1986 ebbi l’occasione di ritornare nella mia amata terra,che fu un’immensa soddisfazione.Ma siccome quando lasciai nel 1954 il comune di Varazze ( tutto )si poteva chiamare un giardino quando ritornai al posto de gli orti era quasi tutto cemento.Dicono che il progresso non si può fermare,e forse se si fa con moderazione e intelligenza è anche giusto;ma secondo il mio modo di vedere le le cose,distruggere uno dei palazzi più belli di Varazze per costruire l’attuale comune non è stato ne moderato ne intelligente,atru che piccun daghe cianin