Parcheggi decentrati e di cornice. Se non obblighi, non servono.

Via Bruzzone

Vediamo perché.
Quando si prende una decisione su dove lasciare l’auto quando si va al mare influiscono vari fattori: costo, comodità, tempo, rispetto dell’ambiente, ecc.
Guardiamoci in faccia: chi viene a Varazze persino in una domenica di luglio, di riffa o di raffa un parcheggio lo trova sempre.
A pagamento, sulle strisce pedonali, all’acqua ferruginosa, in curva, insomma alla fine in qualche modo….
E allora perché avventurarsi in un servizio costoso (l’anno scorso 14 euro a testa) talvolta complicato e che richiede tempo?
Se fossimo in Svezia subentrerebbe il “fattore ambiente” ovvero la consapevolezza che non inquinare passando un’ora a girare per Varazze ha un suo preciso significato.
Se fossimo in Germania subentrerebbe il “fattore multa”, con la certezza di trovare i ceppi all’auto nel migliore dei casi.
Qui nessuno dei due elementi è rilevante.
Solo sani proclami.
Dunque perché dovrebbero farlo?
E infatti non lo fanno e non lo faranno. E tutti i parcheggi del Salice che volete rimarranno sempre vuoti. Punto.
A meno che lo imponiate (siamo in Italia…) con politiche di severità assoluta e costi di parcheggio rilevanti.
Già, ma chi ci crede? Nessuno.
Appena arrivati a Varazze si incontra l’Aurelia in zona Nautilus, trasformata pericolosamente in parcheggio “non ufficiale” come d’altronde via Bruzzone dove vige il famoso criterio “la macchina ci passa? No, aspetta che sposto mio figlio….”.
La mia considerazione è dunque semplice: siamo realisti, dei parcheggi di “cornice” non frega nulla a nessuno e forse non convengono a nessuno (tranne alla qualità dell’aria e all’ambiente). Prendiamone serenamente atto per ora.

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