La politica dei contributi a “pioggia” non è quella giusta. Stabilire priorità e pianificazione.

LA POLITICA DEI CONTRIBUTI A PIOGGIA
Come ogni anno, si preparano lunghe liste di contributi per le associazioni nei più vari settori cittadini.
Spese alte nel complesso, ancora più alte quest’anno quasi sempre spezzettate e diluite nel tempo.
Cinquecento, mille, duemila euro: cifre singolarmente contenute che però moltiplicate per i tanti destinatari,fanno importi notevoli.
Ogni anno, si aprono trattative e discussioni tra associazioni e amministratori comunali spesso con un approccio culturalmente: “il Comune vi da…” o “il Comune vi concede…”.
Penso sia un approccio errato, magari non dal punto di vista del consenso potenziale accumulato ma certamente per una gestione davvero efficace. Ed è ciò che conta di più.
Per fare crescere davvero una Comunità l’approccio dovrebbe essere esattamente opposto.
UN NUOVO MODO DI FARE MODERNO
Come?
1. stabilire delle priorità. Ad esempio le associazioni come le amiamo definire noi “salvavita” come Croce Rossa e Protezione Civile devono essere poste in condizioni strutturali di essere efficienti e ben organizzate sempre.
Nel concreto significa fornire loro tutto ciò che ragionevolmente serve per renderle efficienti in tutto e per tutto (materiali, mezzi, contributi, ecc.). Il che non significa “coprirli d’oro” ma semplicemente non rateizzare per anni e anni l’aiuto che di cui necessitano, per avere un’organizzazione forte ed efficiente.
Questo partendo dalla consapevolezza che queste organizzazioni e i loro volontari e dipendenti SALVANO VITE.
2. Definire con tutte le altre associazioni di volontariato, sportive, sociali ecc. che svolgono lavoro spesso eccezionale, un tavolo dove si PIANIFICA su base PLURIENNALE entrate CERTE (per le associazioni) in cambio di un piano pluriennale di attività (e investimenti).
Oggi manca totalmente questa cultura e manca questo approccio.
Perché manca? Secondo noi perché permane un retaggio e una mentalità amministrativa del passato, con un Comune che concede, e non sa chiedere costruendo assieme alle Associazioni, invece di annunciare contributi “a pioggia”.
Pianificare su base pluriennale occorrerebbe fare, anziché ogni hanno aprire la processione dei contributi, delle promesse per l’anno successivo, “rito” che sfibra le associazioni che hanno bisogno di programmazione e che hanno bisogno di importi certi per agire in modo programmato.

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