Sestri Levante, Rapallo, Santa Margherita stanno inserendo (o lo hanno già fatto) nei piani regolatori norme per limitare la presenza di negozi di bassa qualità che nulla hanno a che fare con il tessuto commerciale dei centri storici.
A Varazze la situazione è palese a chiunque voglia attraversare il centro storico a piedi: una presenza che si allarga a macchia d’olio sopratutto lato ponente di negozi “etnici” o comunque totalmente decontestualizzati che stanno trasformando il già malandato centro storico di Varazze in un luogo difficilmente definibile e comunque ben lontano da qualunque standard di presentabilità.
Ci immaginiamo i turisti stranieri (in calo vertiginoso a Varazze anche nel 2018) girare tra negozi che potrebbero trovare tranquillamente a Rotterdam o Bruxelles.
Come sempre da queste parti la risposta è stata che “non si poteva fare niente”.
Risposta standard dalle parti del Comune.
E invece si può eccome, basta volerlo.
Sempre che si riesca a rintracciare i mitici estensori del Piano regolatore, piano disperso da 5 anni e più, comparendo su richiesta e in pompa magna per qualche incontro o workshop, forse giusto prima del voto amministrativo.
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