Piano colore. Spesso siamo accusati di partigianeria. Ci piace però anche scrivere di cose positive. In questo caso parliamo dell’adozione del Piano colore per il Comune di Varazze. E’ uno strumenti indispensabile per dare dei criteri che facciano sì che il cattivo gusto (pessimo direi) non impazzi più di quello che già è stato fatto. La città è disseminata, come spesso abbiamo segnalato anche da questa community web dedicata a Varazze, da terrificanti esempi di cattivo gusto applicato all’edilizia: palazzi dai colori inguardabili e con criteri assurdamente difformi dalle logiche di un territorio che dovrebbe essere tutelato anche solo per la buona ragione di non dare l’impressione al turismo di trovarsi nella periferia di Busto Garolfo (con tutto il rispetto).
Ad oggi, per decenni nessuno aveva mai pensato di adottare criteri che potessero limitare l’ignoranza estetica e culturale, la sciatteria estetica degli edifici collocati nelle zone di pregio o da tutelare. Incredibile perché almeno a parole la bellezza del luogo è il valore vero per il quale si va in un posto anziché in un altro e sprecare questo bene unico e irripetibile equivale a un suicidio.
Diamo dunque, volentieri atto all’assessore Baccino di essersi impegnato in questo senso e di essere arrivato all’obiettivo (anche se il parto è stato particolarmente lungo) dando finalmente un primo importante strumento che tutela dalla sciagurata soggettività dei gusti estetici.
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