Arrivando dalla Riviera di Ponente e girando i centri storici sono davvero numerosissimi i locali e negozi che stanno ristrutturando. Molti lavori fervono in fase di terminazione. La sensazione è che ci sia chi investe per seguire standard di prodotto e qualitativi, in una parola ammodernandosi. Purtroppo la sensazione visiva (ma anche oggettiva e numerica) a Varazze cambia.
Esiste una sensazione diffusa, di una certa sofferenza complessiva, più che in altre località turistiche. La dinamicità è scarsa ed è molto probabile che le condizione complessive della città di Varazze, il supporto amministrativo e il clima generale, incidano notevolmente. Sono molti gli imprenditori locali che confermano una più forte dinamicità in Comuni limitrofi (e non a parole poiché effettivamente stanno investendo altrove).
Varazze è satura per certe logiche commerciali (es. panetterie, bar, e spesso proprio per l’eccessiva concentrazione non sempre i conti quadrano) e inappropriata per molte altre proposte e tipologie commerciali. Non è però sempre “colpa” degli imprenditori….
Gli imprenditori del commercio vanno dove c’è mercato, o meglio, dove il mercato è migliore. Se non vengono a Varazze sarebbe anche il caso che cominciassero a farsi qualche domanda. Esiste un comportamento che più che tendere a mettere insieme o inglobare, tende ad escludere, a lasciare tutti per la propria strada. Errore strategico grave, come la presunzione nei piani alti di Viale Nazioni Unite che intanto il potere lo abbiamo noi e alla fine “vengono a Canossa”…
Secondo me anche questo è un errore di presunzione grave.
Questa è una città dove il dialogo tra commercianti e amministrazione è di fatto interrotto, ognuno va per la sua strada. Peccato che il commercio è turismo, anzi ne è una fetta importante, e lasciare andare tutto a “caso” perché non si dialoga è un errore madornale.
Bisogna ripartire da base vere, solide di franchezza ma anche di collaborazione. I tempi cambiano e l’obiettivo numero uno è creare condizioni fiscali, funzionali, organizzative e di concordia che spingano a innovare anzi che a non parlarsi per anni.
Parole sante. Tanta omertà dialogo e tolleranza zero. Per non parlare del caro affitti é di proprietari che non sentono ragioni e tengono botta, piuttosto che abbassare l’affitto preferiscono tenere i locali chiusi o far chiudere quelli aperti che non ce la fanno più….
Tematica difficile..non va dimenticata però una scarsa lungimiranza da parte dei proprietari degli immobili.laddove si poteva venire incontro ai commercianti,anche storici,si è preferito,in alcuni casi, la politica del tutto e subito.
Sì questo è vero. Pare però che alcuni piano piano comincino a capire l’antifona….Poco…o…niente…?