Retroporto (alias T2): l’annuncite colpisce ancora?

T2 zona abbandonata del retroporto di Varazze

Retroporto. Ci stiamo avvicinando alle elezioni e gli annunci cominciano a fioccare. Il dubbio viene. Questa volta però, forti delle esperienze passate,  in Comune si evita di fare annunci congiunti con gli imprenditori interessati (sarebbe il secondo o terzo annuncio congiunto, si è un pò perso il conto) e si lascia fare.

L’annuncio è che nell’ambito della società che detiene i terreni e i diritti a costruire (mai ritirati, ad oggi,  per non pagare gli oneri) nella zona T2 , quella del retroporto, l’imprenditore torinese che detiene con la società Anteo srl il 70% della società, acquisterebbe il restante 30% dalla società che detiene il pacchetto di minoranza. Congiuntamente a ciò, il titolare della società il Signor De Vizia, spiega nelle dichiarazioni rilasciate al Secolo XIX che potrebbe essere la volta buona e ad inizio 2018 si potrebbe partire.

Fermo restando che l’attendibilità di queste dichiarazioni, sulla base degli annunci piuttosto roboanti del passato è bassina se non nulla, il paradosso dimenticato di questa triste e assurda vicenda, è forse giusto ricordarlo:

  1. c’è un’area come l’ex retroporto, fondamentale per la città, seppure di proprietà privata, che per 10 anni è una semplice pedina per degli imprenditori che -legittimamente per i loro interessi – aspettano se e quando realizzare il progetto. Per 10 anni possono iniziare, possono lasciare così ovvero in stile bombardamento periferia di Mosul, possono iniziare a pezzi, in poche parole fare ciò che vogliono senza rendere conto a nessuno. Certo l’area è privata ma è innegabile che tale aerea per ampiezza, importanza e visibilità, oltre che per le condizioni in cui si trova, determinano pesantemente la presentabilità intera della città di Varazze.
  2. c’è un’Amministrazione in carica che ha gestito male la vicenda della T2 e del retroporto, in modo passivo, spesso compartecipando ad una gestione mediatica della situazione (tragica) sinceramente imbarazzante
  3. ci sono aree di proprietà pubblica e comunale, bloccate nella loro destinazione (campo sportivo Pino Ferro) perché asservite per lavori di interesse privato (la T2) che avrebbero dovuto partire rapidissimamente e invece come è evidente sono ferme da anni. Risultato finale: il Comune non dispone nei fatti, di aree sue, anzi nostre, e di grande importanza (ex campo sportivo Pino Ferro), perchè sono state vincolate ai voleri dell’imprenditore sulle proprie aree
  4. Altro paradosso è che l’utilizzo di aree comunali (ex Campo Pino Ferro) per utilizzi provvisori ad interesse comune (parcheggio camper d’estate) è stato possibile solo per benevola concessione da parte del privato che in ambito del progetto T1 ne deteneva e ne detiene il diritto di utilizzo con lo svolgimento dei lavori. Anche queste aree bloccate per 10 anni.
  5. Ultimo paradosso è che nel fluire inutile degli anni, in attesa dei desiderata della Anteo Srl, il Comune non sa cosa fare davvero di un’area strategica piana e centrale (ex Campo sportivo) e anche se lo sapesse non può agire e fare nulla.

Non c’è che dire. E’ stato fatto un pasticcio epico e si potrebbe anche scherzarci sopra se non fosse che Varazze, in una crisi turistica evidente dai numeri (e in contro tendenza con altri Comuni analoghi) presenta il suo levante, come aree per i quali di un bombardamento avvenuto recentemente, magari per sbaglio,  sarebbero giustificati.

1 Commento

  1. peggiorativo del punto 3:
    visto che l’area “campo sportivo” è bloccata, il comune ha dovuto sistemare croce rossa, protezione civile e vigili del fuoco in tre aree diverse, andando a mettere la protezione civile in area esondabile di Teiro e Arzocco (in allerta rossa non potranno andare in ufficio 🙂 ) e i vigili del fuoco in area esondabile del Rio Rianello ad occupare inoltre il piazzale ex-baglietto …

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