Si era partiti bene a parole. Con dirigenti SIAE che sembravano convinti di trasformare nel gigante dormiente della cultura della città, la splendida Villa Cilea, in un polo culturale cuore pulsante della città. Il Comune due anni fa partì lancia in resta, agevolato anche dall’ottima iniziativa del FAI Fondo per l’Ambiente che aprì la straordinaria villa ai cittadini e turisti per due giorni memorabili.
Poi? Il nulla.
La villa che fu abitazione di uno dei più importanti compositori del XX secolo, è piombata nel silenzio spettrale. Eppure il lascito stesso che Cilea purtroppo fece alla SIAE, era con evidenti intenzioni di farne un polo culturale. Ma nei decenni la Villa seppure minimamente mantenuta (nessuno sa con che costi) è rimasto silente.
Non siamo ipocriti: non è facile, ma almeno provarci facendolo con convinzione invece di non fare sinceramente nulla.
E pensare che in questo settennato i Fondi Europei privilegiano proprio investimenti di questo tipo ovvero che mirano a creare presidi culturali permanenti. Quì non si muove nulla. Si preferiscono forse giustamente, i grandi progetti immobiliari nella tradizione e nel solco delle gestioni anni ’70. D’altronde il mattone è sempre il mattone e con la cultura mica ci si mangia!
O no….?
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