Immigrazione. Domani sbarcherà Varazze in Sicilia, ovvero circa 10.000 persone immigrate economiche. Dove andranno? Ipotizziamo che a Varazze si apra un centro CAS (centro di accoglienza straordinario, può essere benissimo un albergo o pensione se ottiene l’ok dalla Prefettura). Ipotizziamo che sia per trenta persone. E’ ragionevole pensare che il costo di una piccola struttura già avviata possa determinare costi realistici per circa 20 euro al giorno per ogni ospite immigrato, tenendo conto che assistenza sanitaria e ogni altro costo non è a carico della struttura CAS ospitante. Attualmente vengono riconosciuti 35 euro al giorno di rimborso. Una nuova struttura determinerebbe leciti vantaggi economici pari a (15x30x365) ovvero 164.000 euro all’anno per il gestore della struttura alberghiera.
Poco? Tanto? E’ un imprenditore e fa il suo mestiere.
Il problema è che in realtà a fronte di un lecito e buon guadagno dell’imprenditore di turno, ci sono una serie notevolissima di costi che ricadono sulla collettività. Si potrebbe forse rispolverare un vecchio detto del ’68 e paraggi, ovvero “privatizzare gli utili, socializzare le perdite”.
Perchè? Perchè gli oneri sulle strutture sociali del Comune non sono spiccioli: è ragionevole stimarle in almeno (ci teniamo bassi) 70/80.000 euro all’anno, ovvero lo stipendio di un’assistenza sociale nuova o di due OSA part time. Ovvio dunque, che se spendi soldi per una cosa, devi rinunciare a un’altra.
Voi direte, ma queste risorse non le mette il Comune di Varazze (che ospita immigrati più di ogni altro Comune nei paraggi rispetto alla popolazione residente per le debolezze di questa Amministrazione), le mette il Governo o la Unione Europea. Errato.
Purtroppo, attualmente solo una parte ridotta delle spese viene rimborsata ai Comuni e con notevolissimi ritardi. In poche parole i cittadini di Varazze sostengono, rinunciano ad altri servizi importanti, per sostenere politiche immigratorie che non staremo a giudicare qui, anche perchè su questo sito come sarebbe andata a finire lo abbiamo scritto due anni fa. E ci fermiamo ai costi diretti. Esistono poi i costi indiretti che nessuno può quantificare. Un esempio? Il tempo richiesto a personale, dipendenti, incaricati di servizio destinato a questa problematica e che ovviamente va in carico alle spese generali.
Forse allora, il vecchio detto “privatizzare gli utili, socializzare le perdite”, in questo caso a carico del contribuente varazzino, è un pò più reale di quello che si pensi. Al di là di quello che si pensa.
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