Pista di atletica e campo: la prova e il giudizio

Siccome le cose non le inauguriamo ma preferiamo vederle e provarle di persona (:=)), abbiamo pensato al netto dei nastri tricolori tagliati, di sperimentare il nuovo impianto sportivo inaugurato pochi giorni fa dal sindaco di Varazze, il sindaco di Celle Renato Zunino e il deputato PD Franco Vazio.

Il campo si presenta benissimo. Colori belli e sgargianti. Bel colpo d’occhio. L’affollamento è notevole: sul campo da calcio giocatori in allenamento del Varazze e poi del Celle e sulla pista atleti che si allenano per le varie discipline atletiche sia di velocità sia tecniche. In aggiunta gli atleti che come me hanno teoricamente il diritto di poter accedere in quanto tesserati di una delle associazioni che gestiscono l’impianto. Sinceramente non ho capito, al momento, se un “non tesserato” possa accedervi pagando l’ingresso… ma temo di no per motivi assicurativi immagino. Gli spogliatoi sono rimasti quelli che erano, discreti anche se una mano di bianco (500 euro?)  non sarebbe stata male considerando le spese complessive…Per accedere alla pista si passa sulla ghiaia e qui il primo grosso problema: inevitabilmente si porta ghiaia sulle corsie della pista di atletica e alla lunga questa pietroline potrebbero sicuramente creare atriti al fondo e  determinare un’usura significativa maggiore in prossimità della curva dove tutti transitano per entrare sulla pista o sul campo di calcio.

A detta dei giocatori di calcio il campo è ottimo e non presenta particolari differenze rispetto a quelli in erba tradizionali. Il fondo è ricco di ghiaietta rosa che alla lungap otrebbe finire anche sulle piste di atletica.

Sulla pista d’atletica un pò di confusione non essendo le corsie delimitate per le singole tipologie di atleti. Il fondo è comunque perfetto e molto veloce e correre è davvero divertente. Il panorama notevole: un impianto che meriterebbe una promozione specifica perchè il potenziale anche sportivo-turistico è ben maggiore di quello che sembra poter avere dalle iniziative (per ora deboli) di pubblicizzazione. La palestra è disponibile (uguale a prima): un pò piccola e senza la possibilità per chi non è esperto di potervi accedere con un minimo di utilità.

Praticamente zero parcheggi ma questo si sapeva. Certamente con il costante affollamento il problema parcheggio diventerà più significativo salvo usare l’area camper vicina. Non ci sono parcheggi per moto o motorini.

L’impianto è bello anzi spettacolare. Sono contento di aver spinto per questa decisione contro i venti “secessionisti” che a un certo punto sembravano voler prevalere.Perplessità forti su risparmi davvero inutili e trascurabili  come palestra e spogliatoi…(almeno una mano di bianco…).

 

1 Commento

  1. https://www.facebook.com/roberto.perata.7/posts/10208761423899423
    Terza puntata
    Anni ottanta. Tutti ormai sono rassegnati ad avere il campo al Salice; purchè si faccia, che si faccia, presto e anche lì; scomodo, distante e in un posto fuori mano. Se ne parla per anni.
    Primi anni novanta. La giunta approva il progetto che prevede un nuovo campo sportivo in località Salice. La Comunità Montana del Giovo rilascia un parere/non parere. Un nulla osta pieno e strapieno di prescrizioni e verifiche, indagini, prove ecc. Pagine su pagine di cautele su cautele. Poco dopo viene rilasciata la concessione edilizia. Poi l’appalto e poi frana tutto no, un pochino sì. Danni. Ancora danni in quel versante che già il raddoppio dell’autostrada causò alla grande e a molti palazzi e case a valle di quel sito così come alla vicina Vignetta. Molti si leccano le ferite ancora oggi. Somme di denaro per tamponare e salvare il non salvabile.
    Da quel giorno ad oggi tutto è molto confuso, lasciamo perdere non è questo il momento di piangere e ripiangere lacrime amare. Il campo non si fa.
    Perché lì al Salice tutta la gente del posto diceva: “ma su se ciamme sarxiu e u sarxiu u l’ha besognu d’egua, vuria di che lì u ghe n’è abbietti e su gh’è l’egua scappa. E u ghu n’è tanta che se ti piggi na canna pe incana e tumate, ti a ciati qun e die fin-na in fundu”. Saggezza dei contadini.
    E arriva il porto. Il porto, il nostro porto; invidiato da mezzo mediterraneo. La scommessa sulla sua fattibilità è vinta da chi lo ha realizzato, approvato e dalla città tutta; anche da chi criticava l’intervento, rompendo le palle con i tetti verdi e u scoggiu sciappuo, per poi andare, per primo, a passeggiare proprio lì tutte le sere.
    Peccato però che il porto, forte delle sue solide gambe, ha camminato di suo e non si è trascinato anche il suo retro porto. Quella oculata previsione di tenere il tutto unito, già prevista dal 1977 era sparita. Svanita.
    Dietro al porto, in mezza alla Via Aurelia SS1 e alla seconda Via Aurelia di serie cadetta, un macello di bruttezza. I residuati della zona artigianale e industriale sono un pugno allo stomaco della città.
    Resiste, nella zona mediana, la palazzina ex Giuntini. Quando Italgas lascia anche quella, ci finiscono, a spinta, La CRI, La Protezione Civile e i pompieri per poi essere dislocati altrove in siti di fortuna (sfortuna).
    Dal 2004 non si parla d’altro che di quella zona che da “B3 Speciale” passerà alla storia più recente come il “retroporto”; il distretto di trasformazione T1. Consultazioni popolari, interi quartieri del ponente alzano scudi. Riunioni quotidiane. Assessori regionali, alti dirigenti. Mille problemi. Dai 30.000 mc si passa a 37.000. Perché ? Perchè chi tocca lì deve mettere mani al portafoglio e accollarsi un bel po’ di opere per la collettività e aggiungendo 7.000 mc può essere che si chiuda la vicenda. Centri natatori, campo sportivo del Salice, sistemazione della CRI, VVF, Protezione civile, parcheggi e chi più ne ha più ne metta. Per fortuna sembra tutto fatto e si parte. Permessi pronti, convenzioni pronte ma muratori fermi. Fermi per anni. Una ventata di ottimismo arriva nel 2012 quando le ruspe spianano tutto in pochi giorni e quando il cantiere è diventata una realtà palpabile con tanto di logistica, cartelloni, foto simulazioni, ufficio vendite aperto e poco dopo chiuso.
    Se non altro hanno demolito.
    Torniamo al campo del Salice. Non si fa.
    Il progetto c’è, è stato pagato e autorizzato da mezzo mondo, ma non si fa. Non ci sono le condizioni; dicono. Se un albero non lo raddrizzi in termpo, se nasce storto non diventerà mai diritto.
    Il Varazze FBC 1912 viene spazzato via e il storico settore giovanile vaga in provincia. Celle, Cogoleto, Piani d’Invrea.
    Maria du Campu, Giomu, ….appartengono ormai al passato e remoto. Dallo storico rubinetto sotto alla scala della casa del custode non ci beve più nessun ragazzino. La Curva Cimi e morta; tanto era già lì.
    Chi piange del suo mal piange se stesso, dicono.
    Gira che ti rigira, si ritorna a scegliere il male minore e si fa comunelle con i compagni di Celle. Campanilismo in soffitta, rancori anche e si cerca di andare d’accordo. Si ritorna a rivedere ciò che quarantenni prima poteva essere già fatto risparmiando una fortuna.
    Costa caro, è costato caro ciò che si era investito al Salice, costa caro ciò che si è speso recentemente e sarebbe costato una fortuna realizzarlo per poi, chissà, vedere e sentire smottamenti sotto ai tacchetti.
    Acqua passata non macina più. Ora il campo c’è. Abbiamo un comodo comodato, ma c’è.
    Purtroppo c’è ancora il Pino Ferro ferito, abbandonato, bistrattato e indecorosamente lasciato in uso ai camperisti d’assalto se non peggio.
    Ora si gira pagina perché si deve iniziare la fine. Visto che è stato appena finito il progetto di riqualificazione dello stadio OLMO/FERRO, bisogna stare sul pezzo lì, alla Natta, si deve progettare un sogno…
    Proviamo a ragionarci ?

    Segue…

    Progetto sogno
    Legenda:
    U = galleria ex FFSS. Recupero percorrenza per pedoni e bici al fine di collegare l’estremo ponete di Varazze con il parcheggio pubblico da ricavare nella valle pianeggiate. Circa 15.000 mq
    S = nuovo incrocio per adeguamento innesti e uscita su Via Aurelia. Simile a quello che dalla Via Aurelia collega il casello della A10.
    T = spiaggia libera e libera attrezzata. Demolizione della struttura fatiscente e abbandonata e realizzazione chalet con tipologia uniformata a quella del porto. Destinazione servizi per spiaggia, bar, spogliati, docce ecc.
    R = parcheggio per camper e auto con servizio navetta tra il park e il centro città. Recupero dell’ex casello FFS e costruzione di piccola costruzione a servizio del park. Dal parcheggio si accede in sicurezza all’ex percorso FFS sia per direzione Celle che per il centro di Varazze
    Q = nuova strada a due corsie che consente accesso, sia per Celle che per Varazze al centro sportivo in sicurezza e senza interessare l’autostrada A10. Attualmente l’unico accesso avviene attraverso il cavalcavia “A” con notevoli criticità in termini di portata (carico) e larghezza della strada.
    G = potenziamento ristorante e bar esistente.
    H = parcheggio auto e pullman per il centro sportivo circa 3500 mq
    I = palazzetto dello sport esistente. Previsione di intervento volto alla riqualificazione della attuale costruzione al fine di mitigarne l’impatto ambientale e paesaggistico
    L = parco verde attrezzato e naturalistico che si sviluppa dal centro sportivo sino al crinale con percorrenza pedonale che si collega con la Via Aurelia.
    M = Club House del centro sportivo, servizi vari, palestra, centro benessere, uffici, logistica, servizi per le piscina coperta e scoperta e zona parco.
    N = piscina coperta 50 m – centro natatorio
    O = piscina scoperta ad uso estivo.
    P = parco e punto di osservazione ad elevata panoramicità
    V = tratto di galleria ex FFS da recuperare per continuità di percorso e percorrenza lato Celle e per consentire accesso alla peculiare e bellissima baia posta a valle del Cottolengo
    Z = idem c.s.
    D = campi tennis
    C = campetto calcio
    B = parcheggio auto e camper esistente ma con accesso anche dalla nuova strada “Q”
    A = attuale unico accesso al centro sportivo – cavalcavia su autostrada con limitazioni di carico e larghezza strada

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