PUC (piano regolatore): bastano i confronti formali? No, ma ora è troppo tardi.

Sono passati quasi tre anni dal via all’elaborazione del nuovo Piano Regolatore. Uno degli aspetti decisivi che decretò la sconfitta dell’amministrazione uscente fu la scarsa trasparenza nell’avviare la procedura per un nuovo PUC.

In questi anni, al di là della normativa nazionale che ha sciommiottato i famosi “processi partecipati”, prevedendo l’obbligotarietà alcuni di alcuni fasi di “incontro pubblico”, sinceramente nulla è accaduto in termini di condivisione con la cittadinanza.

Il modo di lavorare degli incaricati ad alcuni appare già vecchio prima di partire: lo si prepara (il PUC), ci si rompe un pò le scatole a far vedere che non tutto è deciso ma che anzi i “cittadini” possono dire la loro, si modifica qualche frase e voilà abbiamo passato le forche caudine del confronto pubblico.

Questo è quello che potrebbero pensare i maligni. Forse, tuttavia,  non sbagliano del tutto. In questi tre anni non c’è stato alcun confronto, discussione, seminario di approfondimento sul PUC in elaborazione. Neppure incontri con i soggetti sociali, quelli della famosa “società” belli o brutti che siano..

Oggi le Amministrazioni moderne non si limitano ai momenti di confronto sul PUC ordinati dalla legge, per altro disertati dai cittadini se non addetti ai lavori, ma attivano un percorso di informazione costante con logiche di informazione moderne e dinamiche.

I tecnici incaricati ad oggi si sono comportati, in termini di comunicazione,  come marziani o come si faceva 30 anni fa.  Per altro oramai è troppo tardi per attuare un percorso partecipato vero e non “finto”. Immaginiamo che dopo tre anni di lavoro al chiuso degli studi di archittettura,  molto lavoro sia già fatto e non modificabile se non ripartendo da capo, cosa che non sarà fatta. Questo non significa che non possa essere un bel PUC, ben fatto ma certo significa che non è stato condotto in termini partecipativi come le città moderne (poche in Italia) sanno e possono fare con metodi e sistemi definiti e approvati dalla Comunità europea.

Anche perchè alla fine chi sgancia i soldi per pagare le profumatisisme parcelle sono quei disgrazaiti che la città la vivano, pagano fior di tasse e scelgono persino  (ogni 5 anni)  chi la deve amministrare. Speriamo bene.

 

 

 

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