Ieri il Secolo XIX formalizzava una notizia nota da un pò di tempo, ovvero che la società proprietaria dei terreni e della concessione edilizia per la zona T1 del retroporto ha subito dei mutamenti azionari. Ad annunnciarlo il Sig. Di Vizia (l’imprenditore che ha già annunciato sei o sette volte che i lavori sarebbero inizaiti nel giro di un mese – con tanto di commento entusiastico del Sindaco che lo ha ricevuto in Comune) proprietario del 70% della società. Il restante 30% di proprietà della società savonese Orsa 2000 è ufficialmente in vendita. Il problema e lo si capisce dalle parole del Sig. Di Vizia che parla di possibili importanti acquirenti che però hanno avuto problemi all’ultimo momento (sic), è che al momento quelle quote non le vuole comprare nessuno.
Il fatto indica lo scarso appeal del progetto che potrà bloccare tutta la zona per anni senza colpo ferire. Il sindaco dopo essere stato portato oggettivamente a spasso da promesse di inzio lavori tanto roboanti quanto infondate, ha imparato (mai troppo tardi) a non fidarsi più degli interlocutori. Aspetta i 3 miloni di oneri, aspetta di sapere quando disporrà del campo sportivo. Insomma aspetta.
Forse gli imprenditori (legittimamente) attendono di poter godere della vista mare anche dalla zona di Levante della T1 in modo da rendere più appetibili i mini appartamenti per seconde case (perchè parliamo sempre di mini appartamenti ovviamente, guai a pensare di dare case a giovani residenti). Possibile che a quel punto la situazione si sblocchi con un valore degli immobili sul mercato superiore di almeno un 30%?
Certamente un bel incentivo. Non c’è che dire.
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