Turismo condiviso e AirBnb. Una sciagura?

AirBnb, diciamolo subito: è stato un grande errore quello di non tassare seppure poco, il sistema delle case in affitto  (AirBnb). In Liguria secondo l’Osservatorio Turistico regionale (dati 2015) vi sono circa 320.000 (!) abitazioni in affitto per oltre 1.000.000 di posti letto. Il problema è che questo mercato è praticamente quasi tutto in “nero” e crea una competizione del tutto scorretta rispetto alle strutture “ufficiali” dell’ospitalità. E’ uno dei motivi, uno dei molti, che sta portando a chiudere ripetute di strutture alberghiere in Liguria. Si tratta tuttavia di tipo di turismo e di clientela piuttosto diversa, non necessariamente sovrapponibile. I denari ottenuti con un minima e giusta tassazione del fenomeno delle “case in affitto” avrebbe potuto finanziare iniziative di promozione del territorio o riqualificazione dello stesso.

Il fenomeno dell’affitto delle case c’è e rimarrà e invece di fare finta di niente occorrerebbe piuttosto regolamentarlo decentemente. Ciò non risolve ovviamente un problema non solo degli alberghi (in Liguria, mediamente troppo poco qualificati) ma del sistema turistico. Perché non abbiamo capito a fondo che il problema non è l’ “ospitalità” che è in qualche modo “dovuta” e legata al lavoro professionale degli addetti del settore ma piuttosto dell’ “accoglienza” ovvero di quei comportamenti diffusi degli addetti ai lavori ma di tutta la popolazione del luogo, che contribuisce ad un comportamento complessivo che porta il soggiorno ed essere “caratterizzante”, piacevole e ricco di esperienza. L’accoglienza è in Alto Adige ad esempio, che piaccia o meno, ma è quasi assente in Liguria. Se non riusciamo anche a Varazze (ma non è solo compito degli albergatori!)  fare accoglienza oltre che “ospitalità” allora i problemi si moltiplicheranno. Ecco allora che anche chi affitta case con il sistema regolamentato AirBnb, deve contribuire; non è solo questione di dare le chiavi e aprire il contatore….

Ecco dunque, un altro motivo per regolamentare, nonostante Renzi non abbia voluto, per regolamentare un’offerta turistica in espansione  che deve avere (poche ma chiare) regole.

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