Progetto T1: si pensava ad un vecchio spot politico che faceva vedere un certo candidato con la scritta: “comprereste un auto usata da questo signore?” Poi mi sono venuti in menti gli annunci ufficiali dell’imprenditore a cui fa capo la società capofila, con tanto di visita dal Sindaco e dichiarazioni ai giornali e ai media che il progetto T1, quello del retroporto di Varazze sarebbe partito inderogabilmente il 1 novembre. Senza “se” e senza “ma”. Era la terza o quarta volta, abbiamo perso il conto. Di certo quello che si è persa per molti, è la credibilità di chi “la spara” e poi non accade nulla. E allora a qualche buontempone potrebbe venire la tentazione di rifare lo stesso spot con l’immagine dell’imprenditore di turno con la scritta:”comprereste un appartamento da questo signore?”.
Di certo c’è che la città è sventrata, con un’enorme inguardabile cicatrice da 10 anni, e di certo c’è che al titolare ad intraprendere sono stati concessi ben 10 anni per farlo, e lo farà solo e quando riterrà (se) di farlo. Ovvio che inizierà i lavori quando lo riterrà più opportuno. Ovvio però che in questo modo tiene, volontariamente o involontariamente, questo poco importa, in scacco un’intera città. Siamo così a “supplicare” che un’operazione edilizia ampiamente criticabile, possa iniziare (per altro dall’immancabile micro grattacielo), magari liberando aree come il campo sportivo di Varazze, di fatto ostaggio delle decisioni operative legate alla T1.
Sono cose incredibili che fanno pensare e molto sulla qualità delle scelte prese e sulla qualità dei percorsi amministrativi e autorizzativi assunti all’epoca.
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